Perché puntare sul connubio fra tecnologia e musei?
Semplice, per modernizzare l’esperienza museale e accrescere il numero dei visitatori. È, ormai già cambiato il modo di esporre i beni culturali nei musei, puntando all’esperienza del visitatore, curioso non solo di conoscere parte della propria cultura, ma anche di interagire con nuove tecnologie.
Ci sono già tanti esempi.
Il restauro architettonico delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il visitatore ha a disposizione una serie di strumenti per vivere un viaggio multisensoriale nell’arte veneta del XVII e XVIII secolo.
A Roma il museo nazionale preistorico ed etnografico Luigi Pigorini e quello d’arte orientale Giuseppe Tucci attraverso la realtà aumentata hanno creato un narratore virtuale che usa foto, fumetti e video per raccontare il contenuto dei musei.
A Torino il Museo Regionale di Scienze Naturali ha organizzato l’evento “Reale e Virtuale” per presentare un’app per visitare in realtà aumentata l’esposizione e i giochi con la tecnologia Leap Motion, che aumenta le potenzialità del casco di realtà virtuale Oculus Rift.
Il premio “Museum Innovation Award”, al MuseumNext, lo scorso anno è andato al Museo Nazionale del Cinema di Torino, grazie ad un progetto articolato che prevede WiFi gratuita, Mobile Tagging per accedere a informazione aggiuntive, curiosità e aneddoti. Si potrà viaggiare avanti e indietro nel tempo: giocando a “International Soccer” sul Commodore 64C, al futuro, con la tecnologia che permette di inserire nel visore di realtà virtuale, oggetti e persone che si trovano in un raggio limitato di distanza dal giocatore.
Dall’esperienza vissuta nel museo a quella disponibile rimanendo a casa. Dal sito dei Musei capitolini, per es., è poi possibile accedere a due visite virtuali. Muovendo il mouse è possibile esplorare la Piazza del campidoglio e il cortile del Palazzo dei conservatori. E in altri siti di musei romani, sono già disponibili gli opportuni spazi di e-commerce da cui è possibile acquistare pubblicazioni e gadget. Progetto ipertecnologico a Londra per la Tate modern che ha invitato gli appassionati d’arte a visitare virtualmente il museo dopo la mezzanotte grazie all’iniziativa ‘After dark’. Con l’ausilio di quattro robot dotati di luci e telecamere, dislocati in diversi punti dei corridoi della Tate modern, è stato possibile ammirare le opere del museo e, grazie ad una voce fuori campo, conoscere i segreti delle più rilevanti opere in mostra. Il progetto consente di visitare il museo in solitudine, come se fosse vuoto, in un’atmosfera di ombre molto suggestiva. I visitatori virtuali hanno talmente apprezzato l’iniziativa che si immagina possa venire ripresa in futuro.
Non chiediamoci, quindi, perché puntare sul binomio tecnologia/musei, l’unica domanda è: cosa troveremo nei musei di domani?